A Zermeghedo è scattato il doppio monitoraggio della qualità dell’aria. Alla centralina fissa dell’Arpav, posizionata in via Marconi, al centro della zona industriale, da alcuni giorni si è affiancata la centralina mobile (sempre dell’Arpav) che, in via Costeggiola (accanto al campo sportivo), ha il compito di registrate i dati nella zona residenziale.


Entrambe le centraline sono state volute dall’Amministrazione comunale, con l’obiettivo di registrare, in primis, i livelli dell’idrogeno solforato derivante dalla produzione conciaria.
Dalla ripresa della produzione post lockdown 2020, la centralina in zona industriale (costo 40.000 euro, metà da parte del Comune e metà da parte della Provincia) ha sempre registrato (eccezion fatta per un paio di episodi) medie giornaliere di idrogeno solforato al di sotto del valore guida di 150 microgrammi per metro cubo d’aria indicato dall’OMS. Il trend si è confermato nell’ultima decade di agosto, quando è stato registrato un valore massimo di 98 microgrammi per metro cubo.

Le concentrazioni risultano addirittura tendenti allo zero nella zona residenziale: nell’ultima decade di agosto, infatti, la centralina mobile in via Costeggiola ha sempre registrato valori pari o al di sotto di 3 microgrammi per metro cubo.

Il Comune, attraverso questa duplice iniziativa, intende avere un monitoraggio periodico completo del territorio, incrociando e comparando i dati della zona industriale con quelli della zona residenziale, al fine di preservare la salute pubblica e programmare le azioni future.